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9. Che humanum est peccare, ma diabolicum perseverare, che
S. A. haveva l’esempio del duca di Bavera, il quale havendo ottenuto
dal papa la communione sub utraque specie, che avedutosi del errore
non volse mai usare della gratia, et che se egli con licentia del papa
non haveva voluto fare questo per dubio di non far bene, quanto
maggiormente S. A., che senza licentia del papa, anzi contradicendo
et minacciando in materia di tanta importantia et per sé stessa ex
omni parte pernitiosissima et illecitissima, doveva revocare quello che
non haveva potuto concedere.
Però che essendo spediente, utile, anzi necessario, quanto a Dio
quanto alla buona opinione et fama quanto alla conservatione di
questi stati nel temporale di rimediare a questi abusi et amazzare
questa bestia multorum capitum, et che bisognava trattare delli
rimedii.
Il primo capo che in questo proposito fosse trattato fu questo
ex factis et verbis via regia et directa fosse spediente di revocare la
concessione. Fu ventilata da quei pii et zelosi principi questo et per
molte considerationi, quali io pretermetterò non essendo necessario.
Solamente referirò tre cose, che quelli signori havevano principalmente
inanzi alli occhi: conoscevano prima la natura del principe, al quale
bisogna dare le medicine inzucarate; temevano scandali et rumori;
ultimamente giudicavano che a un principe non fosse decente il
rettratarsi così espressamente, però conclusero che non regia manu
nec per directum verbis, ma per indirectum factis si dovesse remediare ;
et però che senz’altro S. A. facesse attioni, per le quali mostrasse con
fatti non approvare quello che loro havevano adulterinamente aggionto
alla concessione del 1578, sperando che di questo modo li provinciali
fossero per esser li primi a rompere et dar legitima occasione a S. A.
di revocare non solo questa, ma tutte quelle che li haveva per inanzi
concesse.
S. A. ha messo in esecutione il sopradetto consiglio in più modi,
et in questo subintra la risposta al primo mottivo, ch’io li ho dato,
del quale fo mentione nella mia lettera di dieci. 30 ) In una dieta che
si fece doppo della consulta de principi, commandò al sig. cancilliero
che in presentia sua parlasse in nome suo alli provinciali et le dicesse
molte cose piene di giusto sdegno et legitima colera, facendole sapere
che hormai conosceva li lor andamenti et fini et che bisognava che
mutassero modo di vivere; et se bene sarebbe stato molto meglio
30 ) Nr. 13.
4 Landeskommission