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Hora essendo le cose ridotte a questo termine sono comparse le
lettere di V. S. Ill ma delli 5 del passato, 3 ) dalle quali havendo inteso
che la S ,à di N. S. approva quella consulta di Baviera et li racordi
che da principio dedi io, mi sono risoluto di voler chiarirmi bene se
S. A. realmente ha in animo di fare o no. Et così, havendo havuto
audienza, le ho significato che S. B nc ha inteso con molta sodisfattione
d’animo quello che il cancelliere per commissione sua haveva trattato
meco circa il negotio della religione 4 ) et sì come commendava gran¬
demente l’A. S. che l’havesse fatto consultare, così maturamente et
da principi di così singoiar pietà et prudenza et tanto interessati et
ben affetti a lei, così non poteva se non approvare li santi, utili et
necessarii racordi, che li havevano dati et che però sperava senz’altro,
che l’A. S. fosse, con l’occasione di questa dieta, per mettere in esecu-
tione una buona parte d’essi, massime havendo inteso per le mie lettere
che lei si mostrava così pronta in volere sollevare la religione catholica
et dichiarare la buona mente sua, circa le concessioni date alli heretici.
Mi rispose che io haverei veduto che lei haverebbe fatto tutto quello
che potesse et che di questo ne fossi sicuro et perché mi accorgo che
lei va a camino di volermi far credere che non possi. Io la supplicai
che mi volesse favorire di far quello che altre volte era stata ricercata,
cioè di chiamare li consiglieri, a’ quali lei haveva dato carico di questo
negotio della religione, et trattare con loro che cosa la poteva et quello
che non poteva né doveva fare, assicurandola che S. S' 4 non ricercava
che facesse se non quello che poteva. In conformità di questo S. A.
hieri consultò con il vescovo di Seccovia et il sig. cancelliere et da
parte ancora con mons. di Gurgo et il padre provinciale 5 ) et si ha fatto
refferire quello che si era risoluto nella consulta secreta et il cancelliero
li propose dui punti : an princeps possit, 2° an velit. Il primo si trattò
diffusamente et in effetto, doppo molte repliche, conclusero che poteva
et in che modo poteva esequirlo. Circa il secondo quelli signori lo
pregorno che volesse parlare liberamente perché, non havendo animo
di fare, non era bene di dar intentione né a S. S u né ad altri che lei
vuol fare quello che può et sopra tutto non era espediente di convocare
una dieta doppo questa, perché il far venire qua oratori de’ principi
non è altro che burlarli, non si volendo poi far cosa alcuna. Li parlorno
così liberamente et lo strinssero tanto, che egli, non sapendo che ris¬
pondere, disse che haverebbe fatto ogni cosa et li mandò da me a
3 ) Nr. 24.
4 ) Siehe Nr. 12, 13 und 14.
5 ) Vgl. Nr. 40, Anm. 12, und Nr. 43, Anm. 2.