139 Hora essendo le cose ridotte a questo termine sono comparse le lettere di V. S. Ill ma delli 5 del passato, 3 ) dalle quali havendo inteso che la S ,à di N. S. approva quella consulta di Baviera et li racordi che da principio dedi io, mi sono risoluto di voler chiarirmi bene se S. A. realmente ha in animo di fare o no. Et così, havendo havuto audienza, le ho significato che S. B nc ha inteso con molta sodisfattione d’animo quello che il cancelliere per commissione sua haveva trattato meco circa il negotio della religione 4 ) et sì come commendava gran¬ demente l’A. S. che l’havesse fatto consultare, così maturamente et da principi di così singoiar pietà et prudenza et tanto interessati et ben affetti a lei, così non poteva se non approvare li santi, utili et necessarii racordi, che li havevano dati et che però sperava senz’altro, che l’A. S. fosse, con l’occasione di questa dieta, per mettere in esecu- tione una buona parte d’essi, massime havendo inteso per le mie lettere che lei si mostrava così pronta in volere sollevare la religione catholica et dichiarare la buona mente sua, circa le concessioni date alli heretici. Mi rispose che io haverei veduto che lei haverebbe fatto tutto quello che potesse et che di questo ne fossi sicuro et perché mi accorgo che lei va a camino di volermi far credere che non possi. Io la supplicai che mi volesse favorire di far quello che altre volte era stata ricercata, cioè di chiamare li consiglieri, a’ quali lei haveva dato carico di questo negotio della religione, et trattare con loro che cosa la poteva et quello che non poteva né doveva fare, assicurandola che S. S' 4 non ricercava che facesse se non quello che poteva. In conformità di questo S. A. hieri consultò con il vescovo di Seccovia et il sig. cancelliere et da parte ancora con mons. di Gurgo et il padre provinciale 5 ) et si ha fatto refferire quello che si era risoluto nella consulta secreta et il cancelliero li propose dui punti : an princeps possit, 2° an velit. Il primo si trattò diffusamente et in effetto, doppo molte repliche, conclusero che poteva et in che modo poteva esequirlo. Circa il secondo quelli signori lo pregorno che volesse parlare liberamente perché, non havendo animo di fare, non era bene di dar intentione né a S. S u né ad altri che lei vuol fare quello che può et sopra tutto non era espediente di convocare una dieta doppo questa, perché il far venire qua oratori de’ principi non è altro che burlarli, non si volendo poi far cosa alcuna. Li parlorno così liberamente et lo strinssero tanto, che egli, non sapendo che ris¬ pondere, disse che haverebbe fatto ogni cosa et li mandò da me a 3 ) Nr. 24. 4 ) Siehe Nr. 12, 13 und 14. 5 ) Vgl. Nr. 40, Anm. 12, und Nr. 43, Anm. 2.