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habbi da concedere di più o almeno habbi da confirmare et ratificare
il già concesso. Overo sia per rompere con li heretici nella forma ch’io
ho narrato, cosa ch’io non credo così facilmente, di modo ché conviene
per servitio della religione, per benefìcio di questo principe ritrovare
camino che sia aiutata la sua buona volontà et si habbia considera¬
tione al stato suo; ma molto maggiormente alla natura, la quale non
è per resistere contrastando sola con costoro. Però si andava pensando
che, non havendo luoeo quello che era stato da quelli principi proposto,
se fosse spediente operare col mezzo di S. S tà , che S. M tà Ces. mon¬
strando però di farlo motu proprio, mandasse a questa dieta dui
consiglieri suoi catholici et zelosi, et similmente il re Catholico, come
parente, mandasse un imbasciatore et il simile facesse il duca di
Bavera et l’arciduca Ferdinando et arcivescovo di Samsbui'g, come
interessato nell spirituale et temporale; ma sopra tutto la signoria di
Venetia, come interessata per li confini, 39 ) et che questi ambasciatori,
oltra a molti officii che potrebbono fare, darebbeno ad intendere con
la presentia et forma di parlare che questo principe non è abbandonato,
come li heretici credono, et bisognando protestarebbeno, che se non
si rimediasse alle heresie, che li lor signori come zelosi, che questa peste
non entra nel stato loro, sarebbeno sforzati a farne galiardi resenti¬
menti, et che il nontio oltra al mantenere alla devotione di S. A. il
stato ecclesiastico, facesse anco esso la parte sua.
V. S. Ill ma potrà con il suo maturo et singulär giudicio vedere
quello che le par di questo mezzo, che a noi è sovenuto, il quale,
havendolo il sig. cancilliero communicato con S. A., gli è piacciuto
assaissimo.
Et perché giudico che sia bene che V. S. Ill ma sappia tutto quello
che nella consulta di Bavera fu da quelli principi racordato a S. A.,
ritornerò a racontare li altri mezzi che dettero per aiutare questo
negotio.
Che S. A. si poteva prevalere della pacificatione del’ imperio nel
negotio della religione, la quale contiene che sia in elettione di ogni
principe di far vivere li stati suoi o catholicamente o secondo la con¬
fessione Augustana, et che la dispositione dell’una et del’ altra religione
stia appresso il principe, et non appresso li sudditi. 10 )
39 ) 7jU dem am 21. November 1580 eröffneten Landtag kamen von auswärts
aber außer dem Provinzial der Jesuiten aus Wien, P. Blyssem, nur Kommissare
des Erzbischofs von Salzburg (Nr. 37, S. 117, und Nr. 40, S. 127).
40 ) Die Vorteile, die der Augsburger Religionsfrieden auch den Katholiken
bot, erkannte bereits Kardinal Commendone; sie bestimmten seine Haltung auf dem