328 rità, 2 ) et del’ ambasciatore di S. M tJl Cat. Don Juan de Borgia 3 ) nel negotio dela religione; poiché, essendo parso a S. A. che fosse neces¬ sario che io mi stringessi con questi signori, a me parve bene di farlo et, se bene li ho ritrovati assai circonspetti nel voler dire quello che sentivono, giudicando che’l negotio fosse difficile, nondimeno dopo che intesero li aiuti di S. S ,i ' 1 , le proferte del re di Spagna con molte altre circonstanze furno di parere che si poteva et si doveva proseguire animosamente inanzi et che per dar un principio, che sicuramente potesse senza strepito ponersi in executione, li pareva che bastava per hora di separare le città dali nobili et prohibirle l’essercitio de la asserta loro religione et subito, ottenuto questo, errigere il vescovato di Gratz et attendere a la perfettione de la visita, massime havendo tutti approvato il temperamento che si è tolto, circa le differentie ecclesiastice et in verità che ognuno di loro diceva che se li prelati et parochi dessero buon esempio, che la heresia non potrebbe lungamente durare et che vedendosi tanto mirabil frutto de la visitatione incomin¬ ciata, si doveva sperare che per questo mezo si potesse far più che per qualaltro si voglia. Dopo il duca di Baviera ha mandato ancora esso il suo parere, 4 ) il quale è che egli, come fanno ancora tutti gPaltri, mostra di non si fidare molto dela natura del principe et però sta in questo che si debba molto ben considerare, inanzi che si tenti cosa alcuna. Quello che si può fare et, se fosse possibile, vorrebbe che non si mutasse per la conservation del’ auttorità di S. A. cosa alcuna del decreto già publicato, 5 ) et conclude ch’egli si offerisce di dar a S. A. tutto quell’aiuto che l’arciduca Ferdinando darà. Ma non havendo l’arciduca mai risposto a questa Altezza, non ostante che si siano spediti tre corrieri a posta per questo solo effetto a l’A. S., et havendo hora mandato qua un sig. dela Torre per trattare de la forma che si potrebbe tenere per persuadere S. M tà Ces. a consentire che si faccia un re de’ Romani, al quale non ha dato commissione alcuna circa il particolare de la religione. 6 ) 2 ) Leonhard, von Harrach war 1550—1554 Hofmeister Erzherzog Karls und hatte dann am Hofe Ferdinands I., Maximilians II. und Rudolfs II. höchste Ämter inne. Er galt als der Führer der einen der beiden Parteien unter den kaiser¬ lichen Räten (Thiel, Zentralverwaltung, S. 185 /.; Hirn, Erzherzog Ferdinand II, S. 108, Anm. 2). 3 ) Seit 1577 spanischer Gesandter am Kaiserhof (Goetz, Briefe und Akten V, S. 872, Anm. 2). 4 ) Nicht vorhanden. 5 ) Nr. 50. 6 ) Franz von Thum sollte Kaiser Rudolf II. namens der Erzherzoge