217 S. A. lasci per un poco la consueta mansuetudine et pigli la non solita severità per reprimere l’insolenti et ribelli al suo giusto volere. Io non intendo che il numero de’ capi de’ settarii sia più di tre o quattro, et che, tolti via questi, senza replica gli altri staranno quieti alla volontà dell’A. S. Faccia, faccia metter prigioni nella fortezza questi capi, sotto quel pretesto che più piace a S. A., ché non mancano occasioni a’ principi di castigare un suddito quando vogliono. 8 ) Et facci che ognuno intenda che l’A. S. è padrona, et che vuol dar la legge al paese et non riceverla da loro, et poi venga alla essecutione del suo decreto. Né dubbiti di cosa alcuna ché, havendo Dio da sua parte, S. D. M ,A lo leverà d’ogni pericolo. Già S. S t;i ha scritto brevi in questo proposito all’imperatore et arciduca Ernesto, essortandoli con efficacia a pigliar questa causa come causa commune, et io ne ho fatto vivi offitii in voce. In simile credo che N. S. haverà fatto con l’arciduca Ferdinando, 9 ) et S. B ne istessa non mancarà di darle tutti quelli aiuti che può maggiori. Et al presente, venendo il duca Ferdinando di Baviera a cotesta Altezza, mi ha detto che è per offerirle ogni sua forza, 10 ) dimodoché da tutte le parti ventanno aiuti et da Dio immediate, trattandosi agumento di religione et da gli huomini per zelo di Dio et per causa di stato. Resta che quanto prima S. A. si risolva con animo regale a non voler patire l’indegnità qual pare a molti che patisca, lasciando che suoi sudditi li ponghino la legge di coscienza in casa et nelle terre sue, contra ogni ragione divina et humana, et specialmente contra l’editto della pacificatione di Germania, 11 ) del quale credo che molto bene V. S. R ma habbi notitia, et pigli animosamente la causa della religione et sua. L’aspettare, come V. S. R ma mi dice per la sua lettera, che siano composte le differenze de’ confini tra l’A. S. et li sigg. Venetiani, 12 ) dico che questo negotio non ha communicatione con quello, et tali devono esser li consigli di qualche persona, che non sente bene della fede presso al principe, che, con poner altri negotii in mezzo, vogli dar longhezze per metter questo della religione in oblivione. Li sigg. 8 ) Vgl. Nr. 67, Anm. 7. 9 ) Siche Nr. 67, Anm. 9. 10 ) Herzog Ferdinand dürfte erst 1582 wieder nach Graz gekommen sein (Harter, Geschichte Kaiser Ferdinands I, S. 220). u ) Vgl. Nr. 60, S. 173 /.; Repgen, Die Römische Kurie und der Westfälische Friede 1/1, S. 87 ff. 12 ) Vgl. Nr. 74, S. 202.