133 ma che, seguitando la medema, che però erano tenuti di difenderla insino alla morte, et che se erano stati tamquam canes muti per il passato, non credessero che volessero esser cosi hora, poiché havevono conosciuto li lor fini tutti intenti al’ultima perditione loro, et che S. S tà , riconosciuto da essi per vicario di Christo, li minacciava con molta ragione, et che non potevano più dissimulare né soportare che nelle prediche publicamente fossero trattati da idolatri, da antechristi et da sodomiti, che però non volevano in modo alcuno consentire, che si trattasse materia di religione, et che haverebbeno risposto lor soli alla petitione di S. A. et l’haverebbeno aiutata non solo con la robba, ma con la vita et così, levatisi in piedi, si volsero partire et fal¬ la separatione. Al’hora Hoffmam cercò di placarli con parole piene di dolce apparente, ma di veneno interiormente, et propose che questa era una materia facile di accomodare, essendo la consuetudine che per pluralità di voti si sogliono determinare le difficoltà nelle diete, et che però era necessario che si facesse il scruttinio. Alhora mons. di Secovia rispose che questo non era ragionevole, essendo li provinciali sessanta et li prelati da 14, ma che si facesse in questo modo, che si admettessero tutti li parrochi et altri preti et li regolari ancora haves- sero voto nella dieta, che in questa forma si sarebbeno contentati che il negotio passasse per la pluralità de voti. A questo Hoffmam non rispose altro se non questo, che se lui havesse saputo tante difficultà, non haverebbe accetato de intervenire nella dieta. Il stato ecclesiastico si partì risolutissimo di non voler admettere che si trattasse di negotio in pregiudicio della religione catholica. Quando furno a mezza scala li provinciali, quasi pentiti, li mandorno a dire che si contentassero che il giorno doppo pranso si facesse un’altra dieta. Il stato ecclesiastico li disse che sì, ma che prima ne volevano far una tra di loro, come fu fatto, nella quale si confirmorno ancora più et si risolsero che io fossi il primo a sapere questo successo, et insieme farmi instanza che io stringessi il principe a mantener quello che mi haveva promesso et io, in nome suo, havevo detto a loro. Si fece poi la congregatione con li provinciali et Hoffmam, con un spirito pieno di prudenza et artificio diabolico, cercò de implorare l’aiuto de’ prelati, acciò fossero mezzi con S. A. che non li volesse molestare in coscienza et cose simili. Li prelati non volsero accettare questo carico con molta ragione. Hora costoro, vedendo le cose loro in questo termine, et che haveva potuto più l’autorità di N. S. con li prelati, che le lor minacele, si sono risoluti di dar un memoriale a S. A. del’ infrascritto tenore,