127 poco decentemente si parli della corte di Roma da questi nebuloni, et ne fò resentimento, ma non giova né manco ne vedo frutto alcuno, se non di parole. Mando a Y. S. Ill ma la sentenza contra mons. Polidoro, 17 ) il quale si è mostrato obediente et si diporta bene in avisarmi di quello che occorre in questa dieta. Et perché S. A. l’ama et è parente del sig. cancilliero, ho usato con la persona sua di molta misericordia et non ho voluto andar cercando di molte cose, che haverei potuto, massime che invero tutti li prelati sono macchiati della medema pecce et, s’io li volessi tutti castigare, come il dovero ricercarebbe, niuno restarebbe esente; ma è stato bene comminciare con uno così principale, ché insin’hora molti si sono emendati con l’esempio suo; sono ancora andato con la man dolce per conto della dieta. Di quello che ho scritto al’arcivescovo di Salisburgo et li ho mandato a dire, 18 ) egli ha potuto ottimamente conoscere che io sono molto bene informato del stato della sua diocese, et però dubitando che io non fossi per far una visita personalmente 19 ) et scoprire cose degne di molto resentimento, per obviare a questo, ha mandato qua da me il suo vicario generale con doi consiglieri, accioché meco con¬ sultino quello che per rimediare a tanta corrottione si dovesse fare, con animo che questi commincino la visita. Io li ho detto che durante la dieta non mi par bene che si tratti di questo per degni rispetti, ma che in questo, mentre sarà officio loro di animare li prelati et se bisognasse minacciarli, acciò facciano quello che per legge divine et humane sono tenuti, et se verrà occasione che loro in nome del’ arci¬ vescovo protestino a S. A. che non voglia conceder cose in pregiudicio del stato ecclesiastico, che mi prometto della loro pietà et zelo, che lo faranno. Mi hanno detto che hanno commissione di governarsi in ogni cosa conforme al parer mio... 17 ) Nr. 36. 18 ) Siehe Nr. 26. 19 ) Siehe Nr. 30, Anni. 7.